Sei facili ed interessanti itinerari da fare insieme a tutta la famiglia in Valle di Ledro: dalla Val Concei a Tremalzo passando per il Lago di Ledro, il Lago d'Ampola e la Cascata del Gorg d'Abiss. I percorsi sono descritti da Annalisa Porporato e Franco Voglino, i genitori della piccola Nora che li ha testati ed apprezzati...ora tocca a voi!
Buon divertimento!
Facile passeggiata panoramica al cospetto del Lago di Ledro, di fronte alle spettacolari montagne che lo circondano e incorniciano il magico paesaggio.
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Località di partenza e arrivo: Mezzolago (660 mslm circa) – Museo delle Palafitte, Molina di Ledro (655 mslm circa) Difficoltà: T Dislivello: irrilevante Distanza: 2,5 km circa solo andata Tempo di percorrenza: 30 minuti solo andata Tipologia di percorso: asfalto, strada sterrata, pontili Segnaletica: cartelli di legno Periodo consigliato: tutto l’anno, in special modo l’autunno per i colori magnifici che si specchiano nell’acqua del lago |
Itinerario:
Facile passeggiata che si svolge tenendo sempre il lago alla propria destra. Dall’Albergo Mezzolago, lungo la SS240/via Lungolago, si prende via San Michele che si allontana perpendicolare dalla riva del lago. Si gira quindi a destra per Via Belvedere (cartelli di legno e bianchi-rossi della ciclabile) percorrendo sempre dritti questa strada che diviene in breve chiusa al traffico. Dopo esser passati lungo un tratto spettacolare a picco sul lago, si percorre un ampio tornante che fa scendere sulla statale. La si attraversa, tornando leggermente indietro per raggiungere un parcheggio e la sterrata che da qui si diparte, di nuovo in direzione di Molina di Ledro. Si percorre adesso un bel tracciato che costeggia le rive del lago, compie il periplo di un piccolo capo da cui la vista spazia sulle limpide acque, costeggia un campeggio ed una spiaggetta tornando infine sulla SS240. Da qui il Museo delle Palafitte è già in vista, lungo Via al Lago. Variante: è possibile percorrere anche l’intero periplo del lago, sempre su strade sterrate e asfaltate. Il tratto a sud non è molto segnalato ma è assai intuibile. In questo caso bisogna considerare circa 10 km e circa 3 ore di percorrenza, con difficoltà E.
Per saperne di più:
Il punto forte del Museo delle Palafitte, patrimonio Unesco, è formato da circa 10.000 pali risalenti all’Età del Bronzo, circa 4.000 anni fa, e che rividero la luce nel 1929 in seguito all’abbassamento del livello delle acque del lago, per motivi idroelettrici. Ogni anno si svolgono presso il Museo le attività didattiche del “Palafittando”, ossia un programma di attività didattiche e ludiche per adulti e bambini.
Consigli per i baby escursionisti:
Itinerario molto facile, i piccoli camminatori apprezzeranno soprattutto il parco giochi finale a Molina di Ledro. Percorso accessibile anche a passeggini.
Sui passi della storia: visita alle Trincee di Bezzecca, luogo di frontiera che vide numerose battaglie e che le commemora, da quella Garibaldina del 1866 alla Prima Guerra Mondiale.
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Località di partenza e arrivo: Bezzecca, via Lamarmora (680 mslm circa) – Colle Santo Stefano (710 mslm circa) Difficoltà: T Dislivello: 50 metri circa Distanza: 1 km circa giro circolare Tempo di percorrenza: 1 ora circa compresa l’esplorazione delle trincee Tipologia di percorso: scale di vario genere, vie pavimentate, asfalto Segnaletica: cartelli Periodo consigliato: tutto l’anno |
Itinerario:
Si parte dalla rampa evidenziata da un proiettile di mortaio. La rampa prosegue in leggera salita ma, in alternativa, si può salire lungo la scala a chiocciola metallica sulla destra che s’inerpica in galleria (82 gradini, chiusa in inverno). Da entrambe le vie si arriva facilmente alla Chiesa di Santo Stefano, risalente al 1521 e attualmente Ossario. Dal monumeto con obice posto quasi di fronte si apre un primo punto di vista. Si prosegue quindi al di là della chiesa. Non esiste un vero e proprio percorso poiché vi sono varie diramazioni delle trincee e dei camminamenti. Nella salita si trovano varie lapidi commemorative, una delle quali risale al 1866, posta a ricordo dei caduti italiani. Quando, nell’ottobre dello stesso anno gli austriaci ritornarono in possesso del territorio, la lapide venne abbattuta e gettata giù dal dirupo. Recuperata segretamente e sotterrata, venne di nuovo issata al suo posto nel 1919. Il punto sommitale del colle è evidenziato da una grossa croce bianca, con due lapidi a ricordo dei caduti italiani e austriaci
Per saperne di più:
Il 21 luglio 1866 Garibaldi ed i suoi uomini ebbero uno scontro vittorioso proprio nei dintorni di Bezzecca. Ma il 9 agosto dello stesso anno il Generale La Marmora spedì un dispaccio a Garibaldi: “Considerazioni politiche esigono imperiosamente la conclusione dell'armistizio, per il quale si richiede che tutte le nostre forze si ritirino dal Tirolo. D'ordine del Re, ella disporrà quindi in modo che per le ore 4 antimeridiane di posdomani, 11 agosto, le truppe da lei dipendenti abbiano ripassato la frontiera del Tirolo". Garibaldi rispose: "Ho ricevuto dispaccio 1072 - Obbedisco". Durante la Prima Guerra Mondiale, la valle venne di nuovo contesa tra italiani ed austriaci e praticamente tutta la popolazione, soprattutto donne e bambini, furono fatti sfollare in Boemia, dalle parti di Praga. Una situazione che doveva durare pochi mesi e che si protrasse per tre anni. Da questa deportazione, gli italiani rientrarono con una cucina fortemente contaminata (da non mancare l’assaggio degli Gnocchi Boemi!!)
Consigli per i baby escursionisti:
Nei punti più scuri le trincee sono illuminate elettricamente ma, se il baby escursionista dovesse avere problemi con il chiuso, è possibile giungere al punto sommitale anche tramite strade esterne. Per chi invece non ha problemi sarà una divertente caccia al tesoro!
Facile escursione “alpina” che porta ad un magnifico punto di vista sulla valle di Ledro, il Lago di Garda e sulle circostante montagne trentine e bresciane
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Località di partenza e arrivo: Passo Tremalzo, presso l’Albergo Garda (1700 mslm) – colletto presso la Bocca di Val Marza (1850 mslm circa) Difficoltà: T Dislivello: 150 metri circa Distanza: 2,5 km circa solo andata Tempo di percorrenza: 45 minuti Tipologia di percorso: sterrata e sentiero, si attraversa una galleria Segnaletica: nessuna, sporadici segni gialli e rossi della ciclabile Periodo consigliato: da primavera all’autunno (in inverno solo con ciaspole) |
Itinerario:
Dal parcheggio si segue la strada asfaltata a lato dell’Albergo Garda, che diviene quasi subito sterrata. In graduale salita la si percorre fino a raggiungere l’imbocco della galleria. Prima di raggiungerla, si consiglia di soffermarsi sull’ ampio tornante che piega verso destra, per ammirare il panorama che comincia a delinearsi verso il Gruppo dell’Adamello. Raggiunta la galleria la si attraversa (non è necessario avere una torcia elettrica). Anche da questo lato il panorama merita una sosta. Immediatamente fuori dalla galleria si gira a destra e si prende un sentiero che risale verso la cresta, giungendo ad un colletto da cui sono visibili il Passo Tremalzo e la strada sterrata percorsa finora. Dal colletto si prende il sentiero a destra, risalendo lungo la cresta. Si attraversa una zona ricca di pini mughi e alquanto intricata, quindi fate attenzione a prendere sempre le tracce verso destra: se il sentiero dovesse farsi difficoltoso per i pini non esitate a tornare indietro poiché significa che avete perso la traccia principale per la cima che è invece ben marcata e priva di vegetazione.
Per saperne di più:
Fino a qualche anno fa questa era la zona sciistica della Valle di Ledro ma, oggi, è un sito di straordinario interesse per la ricca varietà di flora endemica presente. Si parla di 21 esempi di endemismi registrati nella Lista Rossa, ossia la lista più importante a livello botanico (endemismo: fenomeno per cui certe specie di animali e di piante sono proprie ed esclusive di un determinato luogo o territorio circoscritto)
Consigli per i baby escursionisti:
Fino alla galleria il percorso è accessibile anche a passeggini , raggiungendo comunque un buon punto di vista. Se i bambini dovessero avere problemi con il buio della galleria (che non è, comunque, totale, tanto che non è necessaria una torcia elettrica), è possibile evitarla salendo, subito prima della galleria stessa, lungo la traccia a destra che si può intuire salendo sul piccolo muretto da cui poi si diparte. Il tracciato, ripido ma breve, porta al colletto raggiunto dall’itinerario. Da qui si prende il sentiero sulla sinistra e si percorre la cresta fino alla cima: una vera meraviglia il panorama!
Alla scoperta di uno dei pochi specchi d’acqua che ancora si presentano allo stato naturale e, soprattutto, dei suoi “abitanti”, visti con gli occhi del più simbolico di essi: “beati come rane su una foglia di ninfea”
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Località di partenza e arrivo: Parcheggio lungo la SS240, tra Tiarno di Sopra e Storo (725 mslm), giro circolare Difficoltà: T Dislivello: irrilevante Distanza: 1 km circa giro circolare Tempo di percorrenza: 30 minuti esclusa la visita al Centro Visitatori Tipologia di percorso: passerelle di legno e sterrate Segnaletica: pannelli didattici e pannelli con frecce indicatorie Periodo consigliato: tutto l’anno, in special modo la primavera per la fioritura delle ninfee |
Itinerario:
Dal parcheggio si segue la facile passerella che fa attraversare la zona del prato umido e quindi la zona del cariceto (sottili canne di palude). Giunti sulla “terraferma” si prende il bivio a destra, costeggiando le sponde del lago. Da non mancare il pontile di legno grazie al quale è possibile osservarlo da vicino. Pochi metri ancora e si raggiunge il Centro Visitatori, molto interessante già a partire dalle installazioni esterne in cui si vede il mondo con gli occhi di chi vive sott’acqua. Appena superato il Centro Visitatori si prende a sinistra e, attraversata la pista ciclabile, ci s’inoltra nel bosco con una leggera salita. Si scende quindi al bivio già incontrato e da qui, a destra, lungo la passerella che ci riporta al parcheggio
Per saperne di più:
Il nome del Centro Visitatori “Beati come rane su una foglia di ninfea” è tratto da un libro di Tom Robbins
Consigli per i baby escursionisti:
Itinerario molto facile, affascinante, accessibile anche a passeggini sfruttando la pista ciclabile che si snoda in mezzo ai due sentieri del percorso descritto. Una piacevole scoperta!
Semplice passeggiata ad una cascata che potrebbe essere benissimo dimora di gnomi, folletti o altri esseri fatati: un getto d’acqua che scaturisce direttamente dalle rocce in un affranto suggestivo e unico!
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Località di partenza e arrivo: Tiarno di Sotto, park in fondo a Via al Molino (Via Vsen) (744 mslm) – Gorg d’Abiss (865 mslm) Difficoltà: T Dislivello: 125 metri Distanza: 1,5 km circa andata e ritorno Tempo di percorrenza: 20 minuti Tipologia di percorso: sterrata e sentiero Segnaletica: assente Periodo consigliato: tutto l’anno, in particolare d’autunno per il colore delle foglie |
Itinerario:
Facile passeggiata che prende il via dal parcheggio, si passa accanto all’antico Mulino dei Bugatini (privato) e si prosegue sulla sterrata che sale graduale in mezzo al bosco costeggiando il Rio Massangla. Si supera una croce e in pochi metri si giunge ad un passaggio su un canale intubato parallelo al torrente. Dietro una curva, ecco apparire il magico getto della cascata Gorg d’Abiss. Attenzione: il tragitto passa in parte su terreni privati, siate cortesi e non danneggiate alcunchè.
Per saperne di più:
Tiarno di Sotto è noto anche come “il paese dei signori” per via delle numerose case signorili costruite in un periodo in cui gli affari con la ricca Venezia portavano non pochi benefici. Vi si trovavano, infatti, ben sette segherie, una fucina e due mulini. Il campanile della chiesa è alto 72 metri, il secondo più alto del Trentino!
Consigli per i baby escursionisti:
L’unico punto in cui fare attenzione è l’ultimo tratto, sul canale intubato. Il passaggio è facile ma un poco esposto, attenzione d’inverno per la possibile presenza di ghiaccio. Tragitto accessibile a passeggini di tipo sportivo ma solo fino all’inizio del canale intubato.
Escursione che si snoda lungo una bucolica e gradevole vallata, al cospetto di pendii rilassanti e ambienti molto piacevoli
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Località di partenza e arrivo: Lenzumo (800 mslm) – località Il Faggio (964 mslm) Difficoltà: E Dislivello: 160 metri circa Distanza: 4 km circa solo andata Tempo di percorrenza: 1,30 ore solo andata Tipologia di percorso: sterrate e tracce lungo i pascoli Segnaletica: cartelli di legno Periodo consigliato: tutto l’anno, d’inverno con le ciaspole |
Itinerario:
Facile escursione di fondovalle, dal parcheggio si segue la segnaletica e si percorre una sterrata che prosegue mantenendosi sempre parallela al Torrente Assàt, varcandolo spesso tramite guadi e ponti. Passeggiata gradevole che si svolge parzialmente in bosco e in cui si costeggiano placidi pascoli adatti a sostare per giocare e rinfrancarsi, fino a raggiungere il Rifugio Il Faggio, ottima meta gastronomica! Variante: a circa metà percorso, è possibile compiere una digressione inoltrandosi verso destra nella Val Sorda che, d’inverno, si trasforma in località per lo sci di fondo. Con questa digressione si allunga il percorso di circa 2,5 km.
Per saperne di più:
Il toponimo de “Il Faggio” deriva… da un faggio. Un enorme esemplare proprio dietro il rifugio e di cui una targa ricorda avere più di 250 anni!
Consigli per i baby escursionisti:
Non mancate di esplorare il grande faggio e i suoi dintorni… solo i più fortunati potranno vedere i piccoli ospiti del faggio: furbi e discreti gnomi! Itinerario accessibile anche a passeggini.
Tutto quello che puoi trovare arrivandoal Lago di Ledro e dintorni.
>Lago di Garda 15Km
>Milano 200Km
>Brescia 80Km
>Verona 90Km